Le "Impossible Interviews" di Schiaparelli e Prada al MET

Tempo di lettura: 4 minutiL’appena trascorso 7 maggio si è tenuto uno dei più aspettati e “chiccosi red carpet che ogni anno ci regala una sfilata di abiti mozzafiato, dove moda e celebrity si uniscono regalandoci uno spettacolo unico.
Sto parlando del MET, ovvero del Metropolitan Museum of Art di New York, che ha innaugurato l’esposizione primaverile del
Costume Institute 2012 dedicandola a due stiliste italiane d’eccellenza, Elsa Schiaparelli e Miuccia Prada.

La mostra si terrà dal 10 maggio al 19 agosto 2012 e si ispira alle “Impossible Interviews” pubblicate da Vanity Fair negli anni Trenta e illustrate dal caricaturista messicano Miguel Covarrubias.
Infatti, lungo il percorso, attraverso dei corti e delle immagini, viene data origine a conversazioni fittizie tra queste iconiche donne per suggerire nuove innovative letture del loro lavoro con l’allestimento e la direzione creativa di Baz Luhrmann, regista di “Moulin Rouge”.


 
Ed in effetti, seppur appartententi a due epoce diverse, ne avrebbero di discorsi da fare in quanto in comune hanno moltissimo, primo fra tutti il fatto di essere italiane e aver reso alto il nome della moda italiana in tutto il mondo.

Elsa Schiaparelli, nata in italia nel 1890, anche se lei preferiva dire nel 1900, a 24 anni decise di andare a cercare lavoro a Parigi, dove le donne amavano già le creazioni di Coco Chanel.  
«La mia ignoranza era assoluta e il mio coraggio, di conseguenza, enorme», scrive nella sua biografia. Iniziando con un pullover nero con fiocco bianco confezionato da un amica, riuscì pian piano ad affermarsi nei salotti modaioli e culturali del tempo, creando vestiti che possono esser definiti surrèalisti: maglioni con i tatuaggi o con impresse le forme dello scheletro umano, costumi da bagno con impressi piccoli pesci.
Uno stile un misto di semplicità e fantasia che la porta  al successo e alle sue collezioni di abiti intitolate Stop, Look and Listen, Neoclassica, Farfalle, Fondo del Mare, Il Circo, Commedia dell’Arte.
Dalì e Cocteau disegnarono per lei, ma Elsa ha offerto alle donne l’idea di un’emancipazione fatta ad abito, dando inoltre per prima il via al ritmo stagionale delle collezioni.
Muore nel 1973, e il suo marchio vive tutt’oggi grazie a Diego Della Valle che nel 2007, attraverso il Tod’s Group, ha acquisito il suo marchio.

Di tutt’altra epoca, Miuccia Prada, classe 1950, Laureata in Scienze Politiche presso l’Università Statale di Milano, si dedica alla creazione di accessori per l’esclusiva azienda di famiglia fondata dal nonno Mario Prada nel 1913  e grazie al suo matrimonio con un ricco imprenditore, riesce a creare una linea di moda tutta sua.
I suoi lavori hanno sempre avuto un approccio intellettuale e introspettivo, rivelando un particolare talento nel sovvertire le regole, assecondando sempre gli aspetti culturali del momento.
Grazie all’approccio radicalmente innovativo, allo stile intellettuale e alla versatilità tecnica, Miuccia Prada ripensa ogni aspetto del processo creativo, riconoscendo dignità stilistica e formale a settori tradizionalmente trascurati per conseguire un’efficace fusione di elementi nel prodotto finale. L’approccio pionieristico fa di Miuccia Prada la prima stilista che collabora con architetti innovativi nel tracciare nuove tendenze nel design di negozi.
«Il confronto tra il lavoro di Elsa Schiaparelli e quello di Miuccia Prada ci permette di studiare in che modo il passato illumina il presente e il presente ravviva il passato», sostiene Harold Koda, chief curator del Costume Institute del MET
«Il collegamento tra la storia e la modernità sottolinea sia le affinità sia le divergenze tra due donne che hanno sempre sovvertito le nozioni contemporanee di gusto, bellezza e glamour», sottolinea Andrew Bolton, curator del Costume Institute del MET.
La mostra di compone di vari percorsi, dove oltre ai dialoghi tra le due stiliste, vengono posti a confronto anche i loro abiti e i loro stili, in base a delle tematiche, tra le quali:
 Waist Down, dove si osservano i dettagli decorativi a  mezzo busto;
Neck Knees Up / Down, i cappelli di Schiaparelli contro le calzature Prada;

Ugly Chic mostra del buono e del cattivo gustoattraverso il colore, le stampe e i tessuti; 
Hard Chic esplora come le uniformi e l’ abbigliamento maschile promuovono una estetica minimal destinata sia a negare che valorizzare la femminilità;
The Body classic e The Body Pagan, che mostrano lo stile delle designer attraverso lo sguardo dei secoli tardo Settecento e primo Ottocento;
The Body Exotic esplora l’influenza delle culture orientali attraverso tessuti quali lamé, e modelli come sari e parei;
E nella galleria finale The Surreal Body, illustra come entrambe influenzano un’immagine contemporanea del corpo femminile attraverso pratiche surrealistiche confondendo i confini tra realtà e illusione, nonché il naturale e l’artificiale.

La conversazione surreale e impossibile tra le due stiliste è un elemento in più per fare conoscere allo spettatore il mondo e lo stile di queste due creatrici appassionate di arte, sia pure in maniera differente.
Sicuramente due donne forti, che non hanno avuto timore di portare le loro idee e i loro pensieri nel campo della moda, anche esagerando e andando controcorrente.
Eh si..un’altra mostra che adorerei visitare..ma che posso solo sognare.

Photos by Betty Sze, source: models.com

cfs logo
Seguimi su: facebook / twitter / instagram

Sharing is caring!

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.